In breve
- Il Conto Termico 3.0 sarà operativo dal 27 dicembre 2025
- Per la prima volta sono ammessi impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo
- L’incentivo copre fino al 65% della spesa, con premi aggiuntivi per moduli UE ad alta efficienza
- Ammesse anche colonnine di ricarica EV, se integrate con pompe di calore elettriche
- Accesso tramite Portaltermico GSE, con erogazione diretta del contributo
Fotovoltaico Industriale e Conto Termico: cosa cambia nel 2025
Fino al 2025 il Conto Termico 2.0 incentivava soprattutto interventi “termici”: pompe di calore, solare termico, caldaie a biomassa, sistemi ibridi. Il fotovoltaico tradizionalmente rientrava in altri strumenti (come le tariffe incentivanti o i meccanismi di autoconsumo), e non nel Conto Termico.
Con il Conto Termico 3.0 la logica si evolve. Il decreto del 7 agosto 2025 estende gli incentivi a:
- impianti fotovoltaici
- sistemi di accumulo
- infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici
Questo è un passaggio chiave, perché riconosce che l’elettrificazione dei consumi termici (riscaldamento e climatizzazione tramite pompe di calore elettriche) ha senso solo se supportata da produzione rinnovabile on site e capacità di accumulo. In pratica: il fotovoltaico con batterie smette di essere un progetto “a sé” e diventa parte integrante della riqualificazione energetica dell’edificio industriale o terziario.
| Aspetto | Conto Termico 2.0 (fino al 2025) | Conto Termico 3.0 (dal 27 dicembre 2025) |
| Fotovoltaico | Non incentivato direttamente | Incentivabile se inserito in un progetto con pompe di calore |
| Sistemi di accumulo | Non previsti | Incentivabili con costi massimi riconosciuti per kWh |
| Colonnine di ricarica EV | Non previste | Ammesse se parte dello stesso intervento di elettrificazione |
| Tipologia di beneficiari | PA e privati con limiti | Estesi anche al terziario privato, CER e Terzo Settore |
| Spese tecniche (diagnosi, APE) | Parzialmente riconosciute | Esplicitamente incluse tra le spese ammissibili |
| Intensità dell’incentivo | Fino al 65% | Fino al 65%, con possibilità di arrivare al 100% per alcune PA |
Questa transizione è ciò che rende l’incentivo 2025-2026 particolarmente interessante per chi gestisce stabilimenti produttivi, magazzini logistici, edifici direzionali energivori o strutture pubbliche energivore come scuole e ospedali.
Quali interventi fotovoltaici rientrano nel Conto Termico 3.0
Il testo del decreto specifica che gli impianti fotovoltaici e i sistemi di accumulo diventano incentivabili nel momento in cui fanno parte di un progetto integrato che prevede la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente con pompe di calore elettriche ad alta efficienza.
Tradotto: l’azienda (o l’ente pubblico) deve dimostrare che non sta semplicemente aggiungendo pannelli solari sul tetto, ma sta elettrificando il proprio edificio. Il fotovoltaico, le batterie e – quando previsto – le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici diventano tasselli della stessa strategia: consumare meno energia fossile e più energia autoprodotta in sito.
Questo è perfettamente coerente con il percorso che le imprese stanno già affrontando nel 2025-2026: stabilità dei costi energetici, riduzione dell’esposizione al prezzo della rete e aumento dell’autoconsumo.
In sintesi, sono tipicamente ammissibili:
- impianto fotovoltaico installato su copertura o pertinenza dell’edificio
- sistema di accumulo dimensionato per l’autoconsumo
- ricarica veicoli elettrici aziendali o di flotta interna
- sostituzione del vecchio generatore termico con pompe di calore elettriche ad alta efficienza (anche ibride/add-on)
- eventuale adeguamento del sistema di climatizzazione e automazione
Quanto copre l’incentivo per fotovoltaico e accumulo
Uno dei punti più concreti e interessanti del Conto Termico 3.0 riguarda la definizione precisa dei costi massimi ammissibili e delle percentuali di contributo riconosciute per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo.
Questa chiarezza permette alle imprese e alle PA di stimare in anticipo il possibile ritorno economico e di progettare interventi coerenti con i prezzi reali di mercato del 2025–2026.
Il principio è semplice: il GSE stabilisce un costo “congruo” di riferimento e riconosce una percentuale della spesa, fino ai limiti previsti dal decreto.
Costi massimi ammissibili per impianti fotovoltaici
| Taglia dell’impianto | Costo massimo ammissibile (€ / kW) |
| Fino a 20 kW | 1.500 € / kW |
| Da 20 a 200 kW | 1.200 € / kW |
| Da 200 a 600 kW | 1.100 € / kW |
| Da 600 a 1.000 kW | 1.050 € / kW |
In pratica, il GSE non incentiva l’intero costo sostenuto, ma una quota percentuale (fino al 65%) calcolata su questi valori standard. La logica è premiare l’efficienza dell’investimento: più grande è l’impianto, minore è il costo unitario considerato ammissibile, in linea con le economie di scala tipiche del fotovoltaico industriale.
Esempio pratico:
Un impianto fotovoltaico da 200 kW con accumulo da 400 kWh può accedere a un incentivo fino a circa 156.000 euro, in base ai costi ammissibili e alle maggiorazioni per moduli UE ad alta efficienza. Questo permette di ridurre il tempo di ritorno dell’investimento da 6–7 anni a meno di 4.
Costi massimi ammissibili per sistemi di accumulo
L’incentivo si applica ai sistemi di accumulo installati insieme all’impianto fotovoltaico incentivato. Il dimensionamento deve essere coerente con la potenza del fotovoltaico, così da garantire equilibrio tra produzione e capacità di stoccaggio.
| Tipologia di intervento | Costo massimo ammissibile (€ / kWh) |
| Sistema di accumulo elettrico | 1.000 € / kWh |
Queste soglie fissano un quadro chiaro per le imprese che vogliono pianificare interventi nel 2025–2026. Le regole garantiscono trasparenza e uniformità: chi investe in tecnologie efficienti e certificate può contare su incentivi concreti e calcolabili, senza margini di incertezza.
Maggiorazioni per moduli fotovoltaici prodotti in UE
Per promuovere tecnologie europee e impianti ad alta efficienza, il Conto Termico 3.0 prevede delle maggiorazioni percentuali dell’incentivo base, calcolate in base all’efficienza dei moduli e alla provenienza della produzione.
| Caratteristiche tecniche del modulo FV | Premio sull’incentivo base |
| Moduli UE con efficienza ≥ 21,5% | +5% |
| Celle e moduli UE con efficienza ≥ 23,5% | +10% |
| Celle bifacciali ad eterogiunzione o tandem, efficienza ≥ 24% | +15% |
Queste maggiorazioni si sommano alla percentuale standard riconosciuta, ma il valore complessivo non può superare quello previsto per l’intervento combinato di sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore elettriche. Il decreto, infatti, mantiene come fulcro la decarbonizzazione termicadell’edificio, considerandola parte integrante della transizione energetica del 2025–2026.
In altre parole:
- L’incentivo copre fino al 65% della spesa ammissibile per imprese e privati, e fino al 100% per Pubbliche Amministrazioni, scuole e sanità
- I premi per moduli europei (+5%, +10%, +15%) valorizzano la filiera UE e le tecnologie ad alta efficienza
- Il contributo è a fondo perduto, erogato direttamente dal GSE, in rate annuali costanti o in un’unica soluzione se l’importo non supera 15.000 €
- Tutti i valori economici sono aggiornati ai parametri di mercato del 2025–2026, garantendo realismo e trasparenza
Chi può richiedere questi incentivi
Il Conto Termico 3.0 estende l’accesso a un pubblico molto più ampio rispetto al passato:
- Imprese e soggetti privati del terziario, per edifici industriali, direzionali e logistici.
- Pubbliche Amministrazioni, con contributi fino al 100% per scuole, sanità e piccoli comuni.
- Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e configurazioni di autoconsumo collettivo.
Il meccanismo si applica solo a edifici esistenti e a impianti installati in sostituzione o riqualificazione di sistemi precedenti.
Gestire correttamente diagnosi, documentazione tecnica e domanda GSE è essenziale per non perdere l’incentivo. Una ESCo come Ecotec non si limita a progettare l’impianto, ma garantisce la conformità normativa, il rispetto dei tempi e la massima valorizzazione economica del contributo.
Perché questo incentivo è strategico per le imprese nel 2026
Il Conto Termico 3.0 non è un incentivo “teorico”. Ha un obiettivo molto concreto: aiutare aziende e Pubbliche Amministrazioni a tagliare i consumi fossili, stabilizzare il costo dell’energia e migliorare le prestazioni dell’edificio.
I vantaggi principali sono tre:
- Riduzione strutturale dei costi energetici: Abbinare pompe di calore elettriche e fotovoltaico con accumulo significa produrre in casa una quota dell’energia necessaria per il comfort invernale e la climatizzazione, con minore dipendenza da combustibili esterni e minore esposizione al prezzo dell’energia da rete.
- Accesso a un contributo diretto: L’incentivo del Conto Termico 3.0 viene erogato dal GSE direttamente al beneficiario, spesso in più rate annuali costanti, o in soluzione unica per gli importi più contenuti. Non è una detrazione fiscale da attendere negli anni.
- Copertura anche delle spese tecniche:Non si finanzia solo “l’impianto finito”: rientrano nella spesa ammissibile anche la diagnosi energetica, la progettazione e la fase amministrativa. Questo abbassa la barriera di ingresso, soprattutto per gli enti pubblici e per le PMI che vogliono intervenire nel 2025-2026 ma non dispongono di una struttura tecnica interna.
FAQ (Domande frequenti)
Come funziona il Conto Termico 3.0 per il fotovoltaico?
Il Conto Termico 3.0 incentiva il fotovoltaico solo se integrato con pompe di calore elettriche in un progetto di riqualificazione energetica. Il GSE eroga contributi fino al 65% a fondo perduto.
Quanto copre l’incentivo per fotovoltaico e batterie?
Fino al 65% dei costi ammissibili, calcolati su parametri standard GSE.
Serve la diagnosi energetica?
Sì, è obbligatoria per interventi complessi e può essere finanziata fino al 50% (100% per PA).
Quando posso iniziare a fare domanda?
Dal 27 dicembre 2025, con le nuove regole applicative GSE aggiornate per il 2026.























